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Il rischio della rete: quando la comunicazione online diventa reato?

Commentare, postare, scrivere il proprio pensiero sempre e comunque: questo sembra essere diventato il “must” della comunicazione moderna e ormai è talmente scontato che diventa una abitudine e quasi non ci si fa caso del contenuto dei messaggi pubblicati in rete.


L’uso smodato dei social media però, se da un lato rende tutti interconnessi ed abbatte i limiti delle distanze e del pudore, dall’altro lato può nascondere insidie estremamente pericolose.

Quali rischi si nascondono nella rete?

Esiste il rischio di incappare nel reato di diffamazione online che si manifesta qualora si danneggia la reputazione altrui e questo danneggiamento viene comunicato a più persone con la parola o con un qualunque mezzo di comunicazione in assenza della persona offesa. Il bene giuridico tutelato dall’art. 595 –comma 2 del codice penale è la reputazione intesa come l'immagine che ognuno di noi ha presso gli altri.


Si tratta tra l’altro di diffamazione aggravata, dato che l’utilizzo di social network consente di diffondere e rendere pubblica l’espressione denigratoria tra un gruppo indeterminato di persone.


Si verifica diffamazione online quando si registra un offesa alle qualità personali, morali, sociali o professionali e vale anche quando tale situazione viene effettuata da coloro i quali utilizzano profili fittizi. In questo caso l’individuazione del reale autore di diffamazione è più complicato ma non impossibile e - nel caso avvenga mediante social network - la stampa dei commenti può costituirne un prova.


Il primo passo da fare quindi se si è vittima di diffamazione online è quella di procedere con una denuncia/querela contro ignoti, anche al fine di consentire alla Polizia Postale di attribuire la paternità dei messaggi ed identificare il titolare del profilo e successivamente farsi assistere da un Legale per tutte le attività seguenti che potranno svolgersi in via stragiudiziale o in sede civile e in casi estremi tramite processo penale.


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